ATLAS OF MEDITERANEAN LIQUIDITY: IMMERSE
una mappa sommersa per rivelare le connessioni nascoste tra acqua e storie

Genova è una città costiera. Nello spazio morfologicamente compresso in cui si estende stretta e lunga tra l’Appennino Ligure e l’omonimo Mare, l’acqua che connette i suoi confini naturali è l’elemento sul quale quale, fin dalla sua origine in epoca romana, si è sviluppato ogni suo aspetto: urbanistico, sociale, economico, culturale, architettonico, infrastrutturale.
L’acqua come elemento marittimo ha segnato lo sviluppo della città come porto, l’acqua come elemento fluviale ha segnato lo sviluppo della città lungo le valli di collegamento con l’entroterra, eleggendola snodo di scambio strategico tra le principali rotte di navigazione del Mediterraneo e l’Europa. Nel nome di questo sviluppo, col tempo, i diritti legati all’acqua sono stati, in alcune forme, negati: il diritto al mare sottratto alla fruizione pubblica dall’operatività della macchina portuale, sempre più legata a dinamiche globali che a interessi locali, quello dei corpi idrici forzato dentro sponde rigide, canali e scolmatori sotterranei a favore di un sempre più spinto sviluppo edilizio di superficie.

L’acqua è oggi l’elemento attraverso il quale gli effetti dei cambiamenti climatici sul fragile territorio costiero si rivelano in modo visibilmente accelerato: all’innalzamento delle temperature che incide sulla biodiversità e sui delicati equilibri ecosistemici, e del livello medio marino che gradualmente avanza sulla linea di costa antropizzata, si accostano fenomeni atmosferici repentini e violenti, che modificando radicalmente i corsi d’acqua incidono sempre più frequentemente con alluvioni e allagamenti sul costruito e sulla sicurezza della vita delle comunità.
Se ci si immerge attentamente nello studio del territorio oltre la rigida infrastrutturazione che tenta di governarlo, si scopre che l’acqua è anche l’elemento attorno e dentro al quale dinamiche sociali ed ecologiche, umane e non umane, sfuggendo al controllo di innaturali forzature trovano il proprio spazio di evoluzione.

L’acqua è dunque l’elemento sul quale la mappa digitale di Genova sviluppata per l’Atlas of Mediterranean Liquidity focalizza la propria ricerca, declinandola rispetto al tema dell'”immerso” nella sua duplice accezione di “invisibile – sotterraneo o subacqueo” come conseguenza dell’essere sommerso o costretto, e di “invisibile – sconosciuto o nascosto” come conseguenza dell’essere abbandonato o inutilizzato.

La mappa racconta le storie di un numero selezionato di luoghi significativi lungo vie d’acqua dolce e salata, rotte terrestri e marine, storie rese invisibili dalle iper-infrastrutturazioni antropiche, immerse per condizioni fisiche, mancanza di conoscenza o inaccessibilità.

I luoghi mappati sono corsi d’acqua all’interno di argini artificiali, moli portuali, infrastrutture industriali marittime, spazi residuali nell’entroterra o lungo la costa, diventati inaspettatamente ospitali per piccole comunità resistenti, umane e non umane, in virtù della loro condizione di invisibilità.

Il passaggio del mouse su una mappa geografica sommersa svela uno spazio navigabile in cui la distinzione tra mare e terraferma è annullata dall’azzurro dell’acqua, elemento unitario sul quale l’utente è invitato a muoversi guidato dai suoni provenienti dai diversi luoghi. Cliccando laddove il suono si fa più intenso è possibile immergersi nelle singole storie, ciascuna delle quali è restituita attraverso la stratificazione di diverse forme narrative: testuali, visive, sonore. In alcune di queste le narrazioni sono autonome, in altre toccano temi che le collegano ad altri punti della mappa. Al termine di ciascuna documenti e link esterni offrono la possibilità di ulteriori approfondimenti, invito a seguire la trama di storie già narrate o utilizzare i materiali a disposizione per crearne di nuove.

Il progetto “Immerse” nasce a Genova dall’incontro di due progetti di ricerca sviluppati da due diversi collettivi multidisciplinari: Zones Portuaires e Corpi Idrici. Entrambi indagano il fenomeno con una prospettiva che si sposta dal mare verso l’entroterra e viceversa, attraverso un approccio transdisciplinare che si avvale dell’ibridazione tra pratica artistica e ricerca scientifica come metodologia di indagine e restituzione.

LINK

Zones Portuaires

Web

Zones Portuaires / Genova

Articoli

A Creative Approach to the Port-City Relationship: The Case of Zones Portuaires in Genoa

Zones Portuaires: un dispositivo di ricerca-azione sul Porto di Genova

Corpi Idrici

Web

Corpi Idrici

Articoli

Corpi idrici su Roots & Routes

Water bodies su AnimaLoci

Carta dei diritti

Le cose possiedono le cose

CREDITI

Coordinamento: Ines Richter / Goethe-Institut Genua
Concept: Corpi Idrici e Zones Portuaires Genova
Curatela e sviluppo: Juan López Cano, Maria Pina Usai
Foto e video: Silvia Badalotti, Gaia Cambiaggi, Anna Positano, Nuvola Ravera
Suono: Stellare, Matteo Manzitti
Storie: Maria Elena Buslacchi, Anna Daneri
Grafica: Annalisa Gatto – Nom de Plume
Mappa: Matteo Casari
Web design e sviluppo: Eli Krupitsky